domenica 20 aprile 2014

OPERATORI

"I Quaderni di Serafino Gubbio Operatore"

“e tutto il giorno un trànsito ininterrotto d'attori, d'operatori, di macchinisti, d'operaj, di comparse, di fattorini, e frastuono di martelli, di seghe, di pialle, e polverone e puzzo di benzina”. (pag 97)


 "sono operatore. Ma veramente, essere operatore, nel mondo io cui vivo e di cui vivo, non vuol dire mica operare.

Io non opero nulla. Ecco sul treppiedi a gambe rientranti la mia macchinetta. Uno o due apparatori (artigiani-tappezzieri;qui,coloro che preparano la scena) secondo le mie indicazioni, tracciano sul tappeto o su la piattaforma.." (pag 45)

"Un vostro amico ingegnere, d'animo avventuroso, membro della Società Geografica, ha accettato l'incarico di recarsi in Africa..."(pag 78)


"attori, attrici, operatori, direttori di scena, macchinisti erano usciti dai camerini e dalla sala prove e stavano attorno al senatori Zeme alle prese con Simon Pau, che suol venire di tanto in tanto a trovarmi alla Kosmograph
" (pag. 120)


“Scenografi, macchinisti, apparatori, falegnami, muratori e stuccatori, elettricisti, sarti e sarte, modiste, fioraj, tant'altri operaj addetti alla calzoleria, alla cappelleria, all'armeria, ai magazzini della mobilia antica e moderna, al guardaroba, son tutti affaccendati, ma non sul serio e neppure per giuoco.”

“E quante mani nell'ombra vi lavorano! C'è qui un intero esercito d'uomini e di donne: operatori, tecnici, custodi, addetti alle dinamo e agli altri macchinarii" (pag 101).

“Un macchinista salirà qua, sul cielo di questa, e ne tirerà sù lo sportello, mentre un altro macchinista tirerà lo sportello dell'altra; e tu allora di fra i tronchi degli alberi t'introdurrai guardinga e meravigliata.” (pag. 265)

DIZIONARIO: operatoreingegnere, macchinista, tecnicoelettricisti, operaio;

Tra le varie innovazioni tecnologiche di sicuro non si può tralasciare il loro protagonista, ovvero tutto il sistema di produzione, nato con la rivoluzione industriale, che si compie attraverso nuove figure: imprenditori, ingegneri e operai, i quali iniziano ad assumere mansioni sempre più specifiche nei nuovi settori proprio come quella dell'operatore, figura nuova rispetto al passato, ovvero colui che "assiste" al lavoro di una macchina, proprio come nel caso del protagonista Gubbio
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mercoledì 9 aprile 2014

MACCHINA DA STAMPA: LA MONOTYPE

-“ È introdotto in un reparto speciale silenzioso; e lì il proto gli mostra una macchina nuova: un pachiderma piatto, nero, basso; una bestiaccia mostruosa, che mangia piombo e caca libri. È una monotype perfezionata, senza complicazioni d'assi, di ruote, di pulegge, senza il ballo strepitoso della matrice. Ti dico una vera bestia, un pachiderma, che si ruguma quieto quieto il suo lungo nastro di carta traforata. “Fa tutto da sé - dice il proto al mio amico. - Tu non hai che a darle da mangiare di tanto in tanto i suoi pani di piombo, e starla a guardare.” Il mio amico si sente cascare il fiato e le braccia. Ridursi a un tale ufficio, un uomo, un artista! Peggio d'un mozzo di stalla... Stare a guardia di quella bestiaccia nera, che fa tutto da sé, e che non vuol da lui altro servizio, che d'aver messo in bocca, di tanto in tanto, il suo cibo, quei pani di piombo!


Tratto dal quaderno I, capitolo V, pag 61.

Nella descrizione dell'arrivo a Roma di Serafino, Pirandello racconta l'aneddoto di un senzatetto e abile suonatore di violino attraverso le parole di Simone Pau (trama), il quale rifiuta un occasione di lavoro perché non vuole perdere la dignità umana e "sottomettersi alla macchina" che in questo caso non è rappresentata dalla cinepresa, bensì da una macchina per le stampe utilizzata a quei tempi nelle tipografie.

DIZIONARIO: pulegge;



"LA MACCHINA CHE DIVORA LA VITA UMANA"

L'uomo che prima, poeta, deificava i suoi sentimenti e li adorava, buttati via i sentimenti, ingombro non solo inutile ma anche dannoso, e divenuto saggio e industre, s'è messo a fabbricar di ferro, d'acciajo le sue nuove divinità ed è diventato servo e schiavo di esse.
Viva la Macchina che meccanizza la vita!
[...] Neppure all'altezza d'un palo telegrafico. [...]
Che volete farci? Io sono qua. Servo la mia macchinetta, in quanto la giro perché possa mangiare. Ma l'anima, a me, non mi serve. Mi serve la mano; cioè serve alla macchina. L'anima in pasto, in pasto la vita, dovete dargliela voi signori, alla macchinetta ch'io giro"
Passi di: Pirandello, Luigi. “Quaderni di Serafino Gubbio”; quaderno I, paragrafo II, pag 47.

DIZIONARIO: macchinameccanizzare;

In questo paragrafo emerge il concetto negativo che Pirandello ha verso il progresso tecnologico, dicendo che l'uomo è passato da inventore e dominatore delle macchine a schiavo di esse, concedendosi solo alla fabbricazione dei metalli che servono per costruire le macchine padrone ed abbandonando le antiche arti.

lunedì 7 aprile 2014

DA MANOVELLA A MACCHINA

"- Siete proprio necessario voi? Che cosa siete voi? Una mano che gira la manovella. Non si potrebbe fare a meno di questa mano? Non potreste esser soppresso, sostituito da un qualche meccanismo?
Sorrisi e risposi:
-Forse col tempo, signore. A dir vero, la qualità precipua che si richiede in uno che faccia la mia professione è l'impassibilità di fronte all'azione che si svolge davanti alla macchina. Un meccanismo, per questo riguardo, sarebbe senza dubbio più adatto e da preferire a un uomo. Ma la difficoltà più grave, per ora, è questa: trovare un meccanismo, che possa regolare il movimento secondo l'azione che si svolge davanti alla macchina. Giacché io, caro signore, non giro sempre allo stesso modo la manovella, ma ora più presto ora più piano, secondo il bisogno. Non dubito però, che col tempo - sissignore - si arriverà a sopprimermi. La macchinetta - anche questa macchinetta, come tante altre macchinette - girerà da sé. Ma che cosa poi farà l'uomo quando tutte le macchinette gireranno da sé, questo, caro signore, resta ancora da vedere.”
Passi di: Pirandello, Luigi. “Quaderni di Serafino Gubbio” quaderno I, paragrafo I, pag 43.

Come è evidente possiamo interpretare queste parole di Pirandello come una vera e propria previsione su quello che sarà lo sviluppo di questa strumento che nel giro di poco tempo si è evoluto e ha tolto la "famosa" manovella,  sostituita da meccanismi meccanici prima, ed elettronici oggi.

 Bolex H-16 (1916)
 



Arriflex 35b (1937)


Arriflex 35 bl (1972)


una moderna cinepresa digitale
una cinepresa moderna a pellicola (35 mm)



Clicca per ingrandire


Suggerisco due link dove potrete trovare interessanti informazioni riguardo la storia e l'utilizzo moderno delle cineprese.




IL CINEMATOGRAFO

Dopo un attenta lettura posso affermare che una delle espressioni più ricorrenti all'interno di tutto il  testo sono le parole di Serafino Gubbio (trama) che in diversi punti del romanzo si definisce come:

"una mano che gira la manovella"

La manovella a cui fa riferimento Gubbio è quella della cinepresa, e l'espressione qui sopra riportata sintetizza la concezione sospettosa e dispregiativa che Pirandello fa trasparire nel corso di tutto il romanzo riguardo la diffusione del cinema (ancora solo agli inizi nei primi anni del '900) dovuta all'innovazione tecnologica che ha permesso la nascita di questo nuovo strumento e di conseguenza di questo nuovo sistema di interazione con la società.


                                                                Cinepresa a manovella, per pellicole 35mm




sabato 5 aprile 2014

CONTESTO STORICO E GEOGRAFICO

La vicenda del romanzo, storicamente è collocata agli inizi del Novecento in una Roma che rimane fumosa, cioè priva di descrizioni ma nominata solo per essere la sede della casa cinematografica "Kosmograph", dove lavora il protagonista Gubbio . Questi sono anni di grande fermento ed innovazione: si assiste alla repentina diffusione corrente elettrica che inizia ad essere fondamentale sia nelle città,  nelle case e nelle industrie grazie al forte impiego di motori elettrici; affianco all'estrazione del petrolio nasce tutta una sua rete di impiego, quale la nascita dell'industria peteìrolchimica che prenderà il volo qualche anno dopo; c'è la rivoluzione del sistema dei trasporti: iniziano a comparire le prime automobili, i primi tram elettrici; l'uso del telegrafo diventa uno strumento di massa; in generale, come si vedrà nel libro si passa ad un veloce cambiamento verso il meccanismo, quindi verso il futuro: molte persone non riusciranno a tenere il passo e per certi versi nemmeno a capire questa innovazione, tant'è vero che lo stesso Pirandello nel romanzo fa trapelare un idea negativa del sistema macchina: vede la nascita del cinema come una minaccia verso il teatro da lui amato, poiché mancano le emozioni vere scambiate con il pubblico, ma no solo, questa sorta di paura si avverte anche in molte altre situazioni differenti. Per pirandello predomina il tema dell'alienazione della macchina dove l'uomo diventa schiavo di un meccanismo.

venerdì 4 aprile 2014

Luigi PIRANDELLO, Quaderni di Serafino Gubbio operatore, Milano: Rizzoli, 2013.


      
  

 Il romanzo venne pubblicato per la prima volta nel 1916 con il titolo "Si gira..." e   modificato dallo stesso Pirandello nel 1925.






Si segnala il seguente link ove possibile scaricare liberamente il romanzo nella versione ePub e in pdf: