venerdì 30 maggio 2014

AUTOMA(TICO)

E mi son messo, come un automa, a girar la manovella” (pag. 131)

“ Ebbene: si trova davanti un'altra macchina, un pianoforte automatico, un cosiddetto piano-melodico.”(pag. 62)

“L'anima, che muove e guida le mani di quest'uomo, e che or s'abbandona nelle cavate dell'archetto, or freme nelle dita che premono le corde, costretta a seguire il registro di quello strumento automatico!” (pag. 62)

APPRONDIMENTO: automatico, automa.

LAMPADINA ELETTRICA

“Ma no, dico che tutto si compensa alla fine: è una mia idea: tante cose nel buio vedevo io con quei lumi là, che loro forse non vedono più con la lampadina elettrica, ora; ma in compenso, ecco, con queste lampadine qua altre ne vedono loro, che non riesco a vedere io;”
(Tratto da Quaderno IV, paragrafo III, pag. 142)

Qui di seguito suggerisco un interessante lettura legata a questo fondamentale e sempre reinventato strumento, quale appunto la lampadina elettrica.



PELLICOLA

“Il direttore, secondo la lunghezza della scena, mi dice approssimativamente il numero dei metri di pellicola che abbisognano, poi grida agli attori:
- Attenti, si gira!
E io mi metto a girar la manovella.” (pag. 46)

“Vado dal magazziniere a provvedermi di pellicola vergine, e preparo per il pasto la mia macchinetta.” (pag 102)

“Il pubblico non lo vedono più. Pensa la macchinetta alla rappresentazione davanti al pubblico, con le loro ombre; ed essi debbono contentarsi di rappresentare solo davanti a lei. Quando hanno rappresentato, la loro rappresentazione è pellicola.”(pag. 117)

“Mi domandi forse quanto può durare una pellicola per farmi pensare che tu lasci di te quella tua immagine col dito su la bocca? E credi forse di dover riempire e spaventare tutto il mondo con quella tua immagine ingrandita, nella quale si possono contare i peli delle ciglia? Ma che vuoi che duri una pellicola?” (pag. 272)

“Bellissimo! Ma questo, caro mio, è un dramma, un dramma perfetto! Successone sicuro! Vuoi fare una pellicola? Non te lo permetterò mai! Come pellicola non va: te l'ho detto, caro, troppo fino, troppo fino. Qua ci vuol altro! Tu sei troppo intelligente, e lo intendi." (pag.118)

Approfondimento: pellicola.

IL MOTORE

il fremito incalzante di tante macchine, vicine, lontane? quello del motore dell'automobile? quello dell'apparecchio cinematografico.

link: motore.

giovedì 29 maggio 2014

LA DINAMO

“addetti alle dinamo e agli altri macchinarii, ai prosciugatoj, all'imbibizione, ai viraggi, alla coloritura, alla perforatura della pellicola, alla legatura dei pezzi.”
(pag. 101)

approfondimento: la dinamo



mercoledì 28 maggio 2014

IL FUCILE

“non ho la freddezza di star lì fermo a prender bene la mira per colpirla dove va colpita. Non so sparare; non so imbracciare il fucile
(tratto da quaderno IV, paragrafo III, pag 154)

“Il berretto di velluto nero in capo, dalla lunga visiera, la giubba rossa, una tromba da caccia, d'ottone, a tracolla, i calzoni bianchi, di pelle, aderenti alle cosce, gli stivali con gli sproni, il fucile in mano: ecco, era pronto.”
(tratto da Quaderno VII, paragrafo IV, pag 273)

“così che seguitò la mano a obbedire anche quando con terrore io vidi il Nuti distrarre dalla belva la mira e volgere lentamente la punta del fucile là dove poc'anzi aveva aperto tra le frondi lo spiraglio, e sparare”
(tratto da Quaderno VII, paragrafo IV, pag 275)

Il fucile ripreso in questi passi assume una funzione fondamentale alla fine del romanzo, in quanto è strettamente collegato al delitto che Gubbio assiste proprio davanti ai suoi occhi e a quelli del cinematografo, che riprende la terribile scena.
Per informazioni sul fucile cliccare sul link.



un antico fucile da caccia

ILLUMINAZIONE URBANA

Lo guatai al lume d'uno dei rari fanali del viale: aveva il volto scontraffatto, gli occhi feroci.
( pag. 158)

In seguito al primo post sulla generazioni di quattro lumi, riporto questo interessante passo che ci fa capire quanto ancora nell'età contemporanea a Pirandello,  l'illuminazione artificiale fosse ancora poco diffusa nelle città italiane di inizio Novecento. A tale proposito suggerisco un interessante lettura sull'aspetto storico dell'illuminazione pubblica e in seguito un approfondimento sulla storia dell'illuminazione a Torino.






un immagine suggestiva della città di Torino vista di notte e della sua illuminazione urbana

TERMOMETRO

Ma, poco dopo, cioè quando il padre le ordinò d'andare a prendere il termometro per misurare la febbre, entrò nella camera anche lei.
(Tratto da Quaderno V, paragrafo II, pag 189)

Il passo preso in considerazione fa riferimento al soggiorno del signor Nuti, presunto malato, a casa del signor Cavalena.
Per informazioni dettagliate sulle proprietà e la storia del termometro cliccare sul link.

un classico termometro a mercurio

LA CASA

E dico che mentre la natura non conosce altra casa che la tana o la grotta, la società costruisce le case; e l'uomo, quando esce da una casa costruita, dove già non vive più naturalmente, entrando in relazione co' suoi simili, si costruisce anch'esso, ecco;”
(Tratto da Quaderno IV, paragrafo III, pag 154)

Nella citazione presa in considerazione, collocata nel bel mezzo di un accesa discussione tra il protagonista Gubbio e l'attore della Kosmograph Ferro (trama), Pirandello descrive la casa come un vincolo imposto dalla società, che allontana l'uomo dalla sua condizione naturale e la paragona alla costruzione che l'uomo fa di se stesso nel momento in cui si trova ad essere in relazione con i propri simili, adeguando quindi se e i propri comportamenti, e, perciò "costruendosi".
DIZIONARIO: costruzione.
Qui di seguito propongo un link dove poter trovare informazioni sulla tipologia e la storia delle abitazioni.


sabato 17 maggio 2014

LA FONTANELLA AUTOMATICA

“E lo diceva anche l'orologetto di bronzo, tra i due cestelli, di cui nello specchio si vedeva il dietro soltanto. Figurava una fontanella, e aveva un cristallo di rocca a spirale, che girava e girava col moto della macchina. Quant'acqua aveva versato quella fontanella? Ma la conchetta non s'era riempita mai.”
(Tratto da Quaderno I, paragrafo VI, pag 68)


un esempio illustrativo

"LE GRANDI ARCHITETTURE UMANE"

Le grandi architetture umane, nella notte, e le costellazioni del cielo pare che s'intendano tra loro. Nella frescura umida di quell'immenso sfondo notturno, sentii quel mio sgomento sobbalzare, guizzare come per tanti brividi, che forse mi venivano dai riflessi serpentini dei lumi degli altri ponti e delle dighe, nell'acqua nera, misteriosa, del fiume.
(tratto da quaderno I, paragrafo IV, pag 53)

In questo paragrafo emerge un aspetto fondamentale della tecnologia, ovvero quello legato alle maestose costruzioni civili, come appunto dighe, ponti, viadotti che hanno permesso lo sviluppo della civiltà, in primo luogo, successivamente dei mercati e in fine dell'apparato industriale.
Qui suggerisco due link dove potrete trovare un approfondimento sull'ingegneria civile e sull'edilizia.


un esempio: l'acquedotto romano Pont du Gard costruito ne 19 a.C.


giovedì 15 maggio 2014

LE QUATTRO GENERAZIONI DI LUMI

“Prosegua, - riprese Simone Pau, rivolto al vecchietto, - prosegua, signor Cesarino, il suo elogio dei lumi a olio a tre beccucci, la prego.
- Ma che elogio! - esclamò il signor Cesarino. S'ostina lei a ripetere che ne faccio l'elogio! Io dico che sono di quella generazione là, e addio.
- E non è un elogio questo?
- Ma no, dico che tutto si compensa alla fine:”
 cose nel bujo vedevo io con quei lumi là, che loro forse non vedono più con la lampadina elettrica, ora; ma in compenso, ecco, con queste lampadine qua altre ne vedono loro, che non riesco a vedere io; perché quattro generazioni di lumi, quattro, caro professore, olio, petrolio, gas e luce elettrica, nel giro di sessant'anni, eh... eh... eh... sono troppe, sa? e ci si guasta la vista, e anche la testa; eh, anche la testa, un poco.”
(tratto da quaderno IV, paragrafo II, pag 142;

Il tratto analizzato, secondo il mio parere è molto interessante: in questo caso a parlare è il signor Cesarino, un anziano amico di Simone Pau(quest ultimo amico del protagonista Gubbio), il quale ha vissuto le quattro generazioni "della luce artificiale"; vale a dire le quattro tecniche che si sono susseguite tra la metà del XIX secolo e i primi anni del XX per produrre luce artificiale utilizzando sorgenti diverse: combustibili di materie liquide(olio, grassi, petrolio) o gassose (gas di città, acetilene, metano o vari gas petroliferi), fino ad arrivare alle lampade elettriche.


 Qui propongo un interessante  approfondimento sulla storia delle lampade.



lampada a petrolio di fine 1800

lampada a gas di inizio 1900

martedì 13 maggio 2014

MODERNI MEZZI DI LOCOMOZIONE

Invece: automobili, carrozze, carri, biciclette, e tutto il giorno un trànsito ininterrotto ”. (tratto da pag 97)

“C'è una molestia, però, che non passa. La sentite? Un calabrone che ronza sempre, cupo, fosco, brusco, sotto sotto, sempre. Che è? Il ronzìo dei pali telegrafici? lo striscìo continuo della carrùcola lungo il filo dei tram elettrici? il fremito incalzante di tante macchine, vicine, lontane? quello del motore dell'automobile? quello dell'apparecchio cinematografico. Il bàttito del cuore non s'avverte, non s'avverte il pulsar delle arterie. Guaj, se s'avvertisse! Ma questo ronzìo, questo ticchettìo perpetuo, sì, e dice che non è naturale tutta questa furia turbinosa, tutto questo guizzare e scomparire d'immagini; ma che c'è sotto un meccanismo, il quale pare lo insegua, stridendo precipitosamente.” (tratto da pag 49)

“ Oggi è domenica. Voi vi alzate presto per andare a caccia. Avete fatto i preparativi jeri sera, ripromettendovi un gran piacere. Scendete dal treno, àlacre e lieto; vi allontanate per la campagna fresca.” (tratto da pag 79)

Le tre signore dell'automobile sono tre attrici della Kosmograph, e hanno salutato con tanta vivacità la carrozzella strappata indietro dalla loro corsa meccanica non perché nella carrozzella ci sia qualcuno molto caro a loro; ma perché l'automobile, il meccanismo le inebria e suscita in loro una così sfrenata vivacità.” (tratto da pag 96).

“Tutti gli passano avanti: automobili, biciclette, tram elettrici; e la furia di tanto moto per le strade sospinge anche lui, senza ch'esso lo sappia o lo voglia...”
(pag 96)


DIZIONARIO: automobile, tram elettrici, bicicletta, treno;

Leggendo questo romanzo e facendo riferimento alla sua collocazione temporale (1900 circa) bisogna riflettere sul fatto che i mezzi appena citati rappresentarono una vera e propria rivoluzione del sistema dei trasporti per i piccoli e lunghi tragitti: auto, treni e tram urbani rivoluzionarono il modo di spostamento delle masse che fino ad allora utilizzavano carri e carrozzelle trainate da cavalli o al più biciclette.
Qui propongo un link dove approfondire la questione legata al sistema dei trasporti.