“La macchina è fatta per agire, per muoversi, ha bisogno di
ingojarsi la nostra anima, di divorar la nostra vita. E come volete che ce le
ridiano, l'anima e la vita, in produzione centuplicata e continua, le macchine?
Ecco qua: in pezzetti e bocconcini, tutti d'uno stampo, stupidi e precisi, da
farne, a metterli sù, uno su l'altro, una piramide che potrebbe arrivare alle
stelle. Ma che stelle, no, signori! Non ci credete. Neppure all'altezza d'un
palo telegrafico. Un soffio li abbatte e li ròtola giù, e tal altro ingombro,
non più dentro ma fuori, ce ne fa, che - Dio, vedete quante scatole,
scatolette, scatolone, scatoline? - non sappiamo più dove mettere i piedi, come
muovere un passo. Ecco le produzioni dell'anima nostra, le scatolette della
nostra vita!"
(pag. 48)
Il tema fondamentale del libro è proprio il timore verso le
macchine e verso la loro diffusione nei più svariati settori che avviene in Italia a partire dal Novecento. Ma cosa è una
macchina? Cosa intendiamo per meccanizzazione? Su quali basi poggia? a cosa ha portato? Quali furono e quali sono i rivolti sociali in Italia? Per dare una risposta a queste domande invito vivamente a leggere questo esaustivo approfondimento tratto dall'enciclopedia Treccani.
Nessun commento:
Posta un commento