giovedì 5 giugno 2014

MACCHINA: NASCITA DEL CINEMA

“La macchina, con gli enormi guadagni che produce, se li assolda, può compensarli molto meglio che qualunque impresario o direttore proprietario di compagnia drammatica. Non solo; ma essa, con le sue riproduzioni meccaniche, potendo offrire a buon mercato al gran pubblico uno spettacolo sempre nuovo, riempie le sale dei cinematografi e lascia vuoti i teatri, sicché tutte, o quasi, le compagnie drammatiche fanno ormai meschini affari; e gli attori, per non languire, si vedono costretti a picchiare alle porte delle Case di cinematografia. Ma non odiano la macchina soltanto per l'avvilimento del lavoro stupido e muto a cui essa li condanna; la odiano sopra tutto perché si vedono allontanati, si sentono strappati dalla comunione diretta col pubblico, da cui prima traevano il miglior compenso e la maggior soddisfazione: quella di vedere, di sentire dal palcoscenico, in un teatro, una moltitudine intenta e sospesa seguire la loro azione viva, commuoversi, fremere, ridere, accendersi, prorompere in applausi."
(pag 116)

Uno degli aspetti da considerare nel caso dell'invenzione del cinematografo è appunto un allontanamento dal teatro classico, nato con i greci. Con il cinema gli attori modificano il loro lavoro, cambiano il loro modo di approciarsi al pubblico perché non è più un pubblico diretto ma è un pubblico indiretto, che non può manifestare i propri sentimenti nel momento in cui la scena viene girata, privando gli attori della vera loro ricompensa che è proprio legata a quei sentimenti. Ma il cinema nasce come manifestazione di una nuova arte, che rende gli attori ricchi e famosi.
Proposta di lettura tratta dall'enciclopedia Treccani: il cinema.


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