“Si dovrebbe capire, che il fantastico non può acquistare
realtà, se non per mezzo dell'arte, e che quella realtà, che può dargli una
macchina, lo uccide, per il solo fatto che gli è data da una macchina, cioè con
un mezzo che ne scopre e dimostra la finzione per il fatto stesso che lo dà e
presenta come reale. Ma se è meccanismo, come può esser vita, come può esser
arte? È quasi come entrare in uno di quei musei di statue viventi, di cera,
vestite e dipinte. Non si prova altro che la sorpresa (che qui può essere anche
ribrezzo) del movimento, dove non è possibile l'illusione d'una realtà
materiale.
E nessuno crede sul serio di poterla creare,
quest'illusione. Si fa alla meglio “per dar roba da prendere alla macchina, qua
nei cantieri, là nei quattro teatri di posa o nelle piattaforme. Il pubblico,
come la macchina, prende tutto. Si fan denari a palate, e migliaja e migliaja
di lire si possono spendere allegramente per la costruzione d'una scena, che su
lo schermo non durerà più di due minuti.
(pag 103)Per maggiori informazioni sul tema: la macchina, dall'Enciclopedia Treccani.
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